Ritorno al proporzionale

E’ plausibile che il ritorno al proporzionale proposto dal movimento 5 stelle sia solo un ostacolo posto davanti alla volontà di modificare “l’Italicum”. Il movimento 5 stelle, almeno in base ai sondaggi, sarebbe il principale beneficiario della nuova legge elettorale, per cui non dovrebbe aver nessun interesse a modificarla, vedi elezioni di Roma e di Torino. “Proporzionale” è una parola tabù da gettare addosso al Parlamento, per non iniziare nemmeno a discutere di una revisione della legge elettorale approvata. Il che non toglie nulla al significato politico della proposta di Grillo, perché se si ha paura del maggioritario puro e delle sue conseguenze, tanto da evocare lo strapotere del governo, del premier, o di un partito, meglio tornare tutti ai riti della prima Repubblica. Se ne gioverebbe anche la Carta costituzionale in vigore, che offre tanti diritti ai cittadini, ma non quello di eleggere direttamente il governo, cosa che, di fatto, il maggioritario presume di poter fare. Se dunque Grillo voleva compiere una manovra tattica, essa rivela una tendenza, per la quale il sistema maggioritario sembrerebbe giunto ad un punto morto. Finora non è riuscito a garantire la stabilità promessa, e nemmeno a fare scegliere il premier ai cittadini, da 5 anni è il Capo dello Stato che lo indica alle Camere, indipendentemente dal voto, proprio come consente la Costituzione. Quando si ipotizza di radicalizzare il maggioritario nelle sue estreme conseguenze, una buona parte di opinione pubblica insorge urlando contro la dittatura. La prospettiva ipotizzata del proporzionale viene bocciata dal Pd che accusa Grillo di voler tornare alla prima Repubblica e “l’Unità” parla di ingovernabilità del sistema, mentre Forza Italia la liquida come un mero ritorno al passato. Per noi il proporzionale resta la soluzione migliore come la proposta Maccanico, proporzionale che vige in Germania, nazione governata e stabile persino più di qualunque altro paese in Europa. Se Renzi fosse più attento al modello tedesco, concorderebbe con noi che il senato federale, non elettivo, si integra meglio in un modello elettorale proporzionale, che in uno maggioritario.

Roma, 21 settembre 2016